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Monday, May 16, 2011

Roger Waters - The Wall

Roger Waters













Senza di lui i Pink Floyd non sarebbero esistiti.


Hello,
Is there anybody in there
Just nod if you can hear me
Is there anyone at home


Pink Floyd


Nato il 6 settembre 1943 a a Great Bookham, Inghilterra.
Cantante, bassista, compositore, talento puro: Roger Waters è stato il centro gravitazionale dei Floyd dal 1965 al 1983, attraversando la storia della musica rock in sella a uno dei migliori gruppi di sempre.



We don't need no education.
We don't need no thought control.
No dark sarcasm in the classroom.
Teachers, leave the kids alone.
Hey, Teachers, leave the kids alone!


Dopo di che ha abbracciato un'interessante carriera solista, ha festeggiato la caduta del muro di Berlino in modo indimenticabile ed è invecchiato senza consentire a chicchessia di dirgli cosa pensare. Impossibile aspettarsi di meno da uno dei figli più illustri del movimento psichedelico inglese.    




All in all it's just a, another brick in the wall.
All in all you're just a, another brick in the wall.
We don't need no education.
We don't need no thought control.


No dark sarcasm in the classroom.
Teachers, leave those kids alone.
Hey, Teachers, leave those kids alone!
All in all it's just a, another brick in the wall.
All in all it's just a. another brick in the wall.
All in all you're just another brick in the wall.


Tre decenni dopo Waters, che dei Pink Floyd è stato bassista, leader e mente creativa dal dopo Barrett all'addio dell'84, presenta la versione per il nuovo millennio di «The Wall».

The Wall


Una produzione kolossal che si muove su 28 tir, e mette in scena 11 musicisti, pupazzi gonfiabili alti 9 metri, un dirigibile-cinghiale, un muro di 70 metri per 12 fatto da circa 400 mattoni di cartone e metallo, un megaschermo circolare, effetti speciali senza risparmi. E se nel 1980 era stato un disastro finanziario, questa volta Waters ha fatto bene i conti. 


Un budget da 42 milioni di euro già ripagati dai 62 incassati in Nord America, ai quali bisogna aggiungere i biglietti dei concerti europei e il merchandising che piazza tshirt a 35-50 euro.

 

Due ore divise in due atti, con un suono pulito che il Forum non ricorda da anni, che rileggono la scaletta del disco. Bastano i primi cinque minuti per rimanere a bocca aperta.



Alla fine di «In the Flesh» uno stukas vola sulla platea e sfonda il muro fra fiamme e fuochi d'artificio. «The Wall» è il racconto della crisi, vissuta veramente da Waters, di una rockstar che finisce per chiudersi dietro un muro e a ricercare nell'infanzia - il padre morto, la madre autoritaria, i professori rigidi - le cause della propria alienazione.

 

In questa edizione è però l'anima pacifista più di quella personale a prendere il sopravvento. Subito dopo lo schianto, «The Thin Ice» omaggia il padre di Roger, militare morto in battaglia nel 1944 ad Anzio. La sua foto in bianco e nero campeggia sullo schermo ed è via via affiancata da quella di altre vittime, soldati e civili, delle guerre di oggi. 


«Lo spettacolo descrive una condizione più universale di quello del 1980. E' un'allegoria di quello che accade oggi con i leader che incoraggiano la gente ad avere paura delle altre nazioni e a murarsi nelle proprie ideologie», ha spiegato la star 67enne.


Il muro è una costruzione in progress. Mattone dopo mattone, another brick in the wall, sale.


Come l'emozione. Soffoca progressivamente la scena: alla fine del primo atto resta una sola finestrella da cui Waters si può esibire e per gran parte del secondo nasconde al pubblico la band. 



Ma quel muro è anche lo schermo di un suggestivo racconto per immagini. Ci sono quelle di una volta, la nazi-marcia dei martelli, l'amplesso psichedelico fra i fiori, ma anche quelle commissionate per questo show.








Su «Goodbye Blue Sky» un aereo sgancia, come fossero bombe, simboli: la croce, la stella di Davide, la mezzaluna, falce e martello, il dollaro, il logo della Shell e quello della Mercedes.



Ci sono foto di devastazioni e carestia a fare da sfondo a un messaggio pacifista di Eisenhower, presidente Usa degli Anni 50; i ritratti di Hitler, Stalin, Mao e George W. Bush in versione pubblicità dell'iPod; un «col caz..» (proprio così, in italiano) a caratteri cubitali; modelle, tg e pubblicità che si sovrappongono in un rumore di fondo indistinguibile e assordante.



Il crollo del muro, che arriva dopo il surreale cartone di «The Trial», è un'emozione che vale il biglietto. Sulle macerie Roger e la band (c'è anche il figlio Harry) chiudono lo show con «Outside the Wall». L'uomo ha vinto. E anche Waters.
 (dal Corriere della Sera)


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