Annie Leibovitz è una delle fotografe più acclamate e pagate d’America.
Nella sua lunga e acclamata carriera ha saputo raccontare come credo nessun’altro fotografo l’america contemporanea.
Fotografa di punta per anni di riviste come Rolling Stones o Vanity Fair, il cachet di Annie Leibovtz dopo 40 anni di carriera si aggira sui centomila dollari a seduta. Nel suo pantheon di personaggi famosi si aggira tutto il gotha dello star sistem mondiale, attrici, modelle, campioni di basket o di football che con “pochi spiccioli” si garantiscono fama e celebrità più o meno eterna.
E’ lei stessa a raccontare in Fotografie di una vita la storia del loro incontro avvenuto nel 1989 all’apice delle rispettive carriere. La Sontag l’apostrofò dicendo che Annie era brava ma poteva fare di più e lei invece che prendersela si mise di impegno per migliorare il suo modo di vedere il mondo attraverso la fotografia. Dopo quindici anni di proficui scambi affettivi e intellettuali ad Annie Leibovitz è toccato l’amaro compito di fotografare Susan Sontag sul letto di morte divorata da un cancro.
E sono proprio queste fotografie di momenti unici e solitari che mostrano una Leibovitz che non appartiene al mondo rutilante delle star. Le fotografie che raccontano i grandi dolori e le piccole gioie di una vita, immagini dimenticate in scatole di cartone che si tengono solo per sè stessi, che mostrano il passare del tempo, la nascita di una figlia senza padre o le rughe di anziani genitori curvi nella cucina a cui fanno da contrasto la bellezza eterea di Nicole Kidman e di Scarlett Johansonn.
Annie Leibovitz è famosa per la sua maniacale precisione, per le estenuanti sedute, per le migliaia di scatti che riempiono la sua camera oscura prima di arrivare ad un risultato che la soddisfi nonchè per le sempre più bizzare richieste nell’approntare le scenografie dei suoi set che non hanno nulla da invidiare ai grandi colossal hollywoodiani.
Pubblico/privato sono messi uno accanto all’altro e a guardare bene queste immagini ci si accorge che mostrano entrambe la stessa verità: la sensibilità di un’artista che nell’ostentare i lati opposti del suo sguardo rivela il proprio mondo interiore fatto di lustrini ma anche di lacrime e carezze leggere.
La fotografia qui si rivela in tutta la sua essenza, in questo album privato che viene reso pubblico, dove si incontrano paesaggi lontani e reportage di guerra, si dimostra che l‘inganno visivo delle immagini sono solo lo specchio della propria vita che viene plasmata dall’occhio di chi guarda il mondo attraverso un obiettivo che spoglia senza mezze misure la realtà che ci circonda.
No comments:
Post a Comment